sabato 24 marzo 2012

MAGNIFICA PRESENZA (2012), Ferzan Ozpetek



Italia, 2012
Regia: Ferzan Ozpetek
Cast: Elio Germano, Beppe Fiorello, Vittoria Puccini, Margherita Buy, Paola Minaccioni
Sceneggiatura: Ferzan Ozpetek, Federica Pontremoli


Trama (im)modesta – Pietro è un giovane siciliano omosessuale che sbarca il lunario di notte facendo cornetti e sogna di giorno girando di provino in provino. Si trasferisce a Roma dove compra a prezzo stracciato un vecchio e grande appartamento. Ma (originalità!) la casa è abitata da una compagnia (fantasma) d’attori trapassati all’epoca della Seconda Guerra Mondiale che gli chiedono aiuto per riottenere la libertà.


La mia (im)modesta opinione – Non ho mai amato pazzamente Ozpetek, tranne nel recentissimo Mine Vaganti, e so che questo suo ultimo film è stato definito il migliore della sua carriera. Ma se questo è il migliore non voglio immaginare i peggiori. Al di là degli straordinari interpreti tra cui spiccano il convincentissimo Elio Germano, Vittoria Puccini (che fa sempre la sua porca figura), Beppe Fiorello (ingessatissimo, ma è bravo davvero questo qua?) e i superbi Gianluca Gori e Mauro Coruzzi (in arte Platinette), il film è un accozzaglia piuttosto incoerente di personaggi e situazioni. 


Oltre alla storyline principale, infatti, Ozpetek segue altre vicende, acchiappa altri bandoli di una matassa che non verrà sciolta e pizzica spunti che lascia cadere qui e lì. Insomma, mette troppa carne al fuoco. A questo si aggiungono situazioni bislacche e incomprensibili come quella della inutile e confusa scena in cui un esercito di travestiti che cuciono cappelli (sic!) controllati da un inquietante Platinette che vorrebbe (vorrebbe?) imitare il Colonnello Kurtz di Apocalypse Now. Ora, se i contorni della scena (Platinette, le facce da galera dei travestiti, il fantastico Gianluca Gori) sono godibili, la scena stessa pare estranea all’intero contesto del film. Se a questi episodi, poi, si aggiunge una regia francamente goffa, una colonna sonora odiosa (le arpe da “sogno o son desto?” nei momenti clou, nulla di più trito e banale), larvate e impacciate velleità comiche e un intero fascio di protagonisti e scene inutili e confusionarie, si capisce che la pellicola è appesantita, farraginosa, noiosa a tratti, patetica nei suoi tentati slanci poetici e, in definitiva, le interpretazioni del meraviglioso cast (ma su Beppe Fiorello pesa ancora l’ombra del dubbio) vanno del tutto sprecate.
Un cinema autoriale che non pare nemmeno d’autore, che simula nostalgia, che vorrebbe creare suspance (ma solo a suo malgrado) e mescola tanti temi e situazioni da sembrare un minestrone scadente e tiepidino.
Inoltre la fotografia è pessima.


Se ti è piaciuto guarda anche… - Fantasmi a Roma (1961) di Antonio Pietrangeli, perché riunisce i più grandi mostri sacri del cinema italiano e perché gli anni ’60 sono stati di gran lunga la fase più stilosa della storia del nostro cinema nazionale. Stupid Teenagers Must Die! (2006) di Jeff C. Smith, perché è una vera chicca trash da film geek, perché gli spoof sono sempre stati i miei piaceri colpevoli e perché sputtana tutti gli stereotipi dell’horror anni ’80. Beetlejuice (1988) di Tim Burton, perché è una piccola gemma del macabro e soprattutto Burton è proprio un genio visivo. Questi Fantasmi (1967) di Renato Castellani, perché è un altro mix di mostri sacri e perché la commedia all’italiana (quella vera) ci manca da sempre e perché Eduardo DeFilippo, che l’ha ideata, è un vero campione della comicità partenopea.


Scena cult – Ovviamente il delirio della fabbrica dei travestiti. Autentica migliore scena peggiore di tutto il film.

Canzone cult – Non pervenuta. Solo un’imbarazzante colonna sonora dai toni così banali che più banali non si può.

2 commenti:

  1. non ancora visto.
    per adesso però ho sentito pareri molto discordanti, con una prevalenza un po' più sul negativo come il tuo..

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  2. Se posso indovinare i tuoi gusti cinematografici, troverai come me la regia goffa e la storia mutilata o deforme nelle sue parti. Il cinema italiano il suo meglio lo dà nelle miniserie a bassissimo costo (Donne Assassine e In nome del male).

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